Ventidue anni fa, dalla California, arrivò nella mia cantina il Napa Valley Cabernet Sauvignon Beringer 1996, confermando già allora la vocazione di questa zona per il vitigno.
Qualche giorno fa decido di assaggiarlo. Rimango stupito già all’apertura per la tenuta granitica del tappo e la limpidezza e profondità del colore. Poi mi armo di pazienza, il tempo dell’ossigenazione è direttamente proporzionale all’età del vino.

I profumi giovanili del vitigno, come il peperone verde e l’erbaceo, sono divenuti un sentore forte di sottobosco settembrino. Frutti rossi, ribes e more sono ora confetture, con la ciliegia sotto spirito che domina, sposando un sentore di cacao amaro e cuoio.
In bocca ritrovo tutte le sensazioni con un’acidità ancora più presente, che sostiene la ricchezza di aromi e sapori.

L’abbinamento che ho scelto è un abbinamento emozionale. Voglio considerare questo venticinquenne un vino da meditazione e cosa c’è di meglio per accompagnarlo della sinfonia n° 9 “Dal Nuovo Mondo” di Antonin Dvorak, che così bene celebra il continente americano?
Una sinfonia europea contaminata dal soul e dai canti dei nativi americani, come il vitigno europeo contaminato da suolo e legni del nuovo mondo.