Ritorno a parlare di vino spumante perché se è vero che il metodo classico, fermentazione in bottiglia, è merito dei francesi il metodo Charmat, fermentazione in autoclave, a dispetto del nome, è italiano.
Nel 1895 l’astigiano Federico Martinotti brevettò il suo metodo di fermentazione e, qualche anno dopo nel 1910, il tecnico francese Eugene Charmat brevettò l’attrezzatura.
Vini principe per il metodo Martinotti-Charmat sono il prosecco, il moscato ed i vini frizzanti rossi.
Il vino fermo viene fatto rifermentare in autoclave con aggiunta di lieviti e zuccheri e a pressione e temperatura controllate dai trenta giorni ai sei mesi.
Rispetto ad un metodo classico, visti i tempi brevi di fermentazione, il vino sarà leggero, fresco e fruttato con bollicine più grossolane.
Il consiglio di questa settimana è di provare su una pizza margherita un vino rosso frizzante servito a 12 gradi: il Gragnano dei Monti Lattari.
Bisogna comunque dare atto ai francesi della loro superiore capacità di comunicazione perché mentre noi parliamo di bollicine, termine quasi infantile, loro dicono perlage e l’immagine dei fili di perle che si alzano senza mai interrompersi dal fondo del calice è poesia.
Ho elencato i miei vini preferiti in questo mio post: https://wwayne.wordpress.com/2015/12/27/indovina-chi-viene-a-cena/. Ho dei buoni gusti, o me ne suggerisce degli altri?
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Secondo me il gusto personale vince sempre su tutto. Magari, considerando il frizzante del moscato e la rusticità del fragolino, potrebbe provare due rossi vivaci non troppo comuni come la Bonarda dell’Oltrepò Pavese ed il Gragnano della costiera Sorrentina.
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Non li conoscevo assolutamente, quindi la Sua segnalazione è stata molto preziosa. Colgo l’occasione per dirLe che mi sono iscritto al Suo blog. Grazie per la risposta! 🙂
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