Il ciclo produttivo di una quercia da sughero dalla piantagione al primo utilizzo della corteccia supera i venticinque anni, per poi assestarsi sui dieci. Con l’aumento delle produzioni vinicole, ormai estese a tutto il mondo, e una non corretta gestione dei querceti è nato ormai da tempo il “problema tappo”.
Le caratteristiche del sughero come l’elasticità e la bassa permeabilità all’aria lo rendono idoneo a tappare le bottiglie di vino e a consentirne la “respirazione”. Questa però ha un ciclo lunghissimo, dell’ordine di anni, quindi perché non usare altri materiali o altri metodi nel caso di vini che vanno bevuti nell’arco di una stagione o al massimo di un paio d’anni?
La cosa più saggia sembra lasciare i grandi sugheri per i grandi vini.
I tappi in conglomerato di sughero o in silicone consentono di non perdere l’elegante rito del cavatappi, ma comincia a diffondersi, anche in case vinicole importanti, l’uso del tappo a vite, detto Stelvin.
Uno dei vantaggi interessanti sarebbe quello di eliminare le bottiglie che sanno di tappo, considerando che si rischia di più con prodotti dal costo medio-basso piuttosto che con i grandi vini, vista la qualità non eccelsa dei sugheri utilizzati nel primo caso.