La memoria mi riporta indietro nel tempo sulla collina pistoiese, risalendo la Val di Bure ed arrivando a Cignano, dove viveva insieme a pecore e conigli Matilde mia nonna paterna.
Parliamo del secolo scorso, sono passati cinquant’anni, ma la cucina povera è quantomai attuale per sostanza e leggerezza: ne è prova la “cavolata”, piatto unico vegetariano.



Carboidrati, verdura e proteine vegetali ne fanno un piatto unico completo: farina di mais, cavolo nero e fagioli. Completo anche nel gusto con il sapore deciso del cavolo nero che contrasta la dolcezza dei fagioli e la polenta che li abbraccia .
Una polenta compatta non solo da mangiare appena fatta ma, ancora meglio, una volta fredda, affettata e grigliata o fritta in olio extravergine.
Di rigore l’abbinamento ad un Chianti giovane nell’ottica del proverbio “pan del giorno e vin dell’anno” od un rosso di Montepulciano o ancora un Sangiovese, che comunque siano di media struttura.
A sapori antichi vini di tradizione.