“Interpretare le regole è come imboccare una strada tra le colline verdi, magari a volte sterrata e con cento sentieri da esplorare e mille posti da scoprire. È la libertà di sentire il paesaggio con lentezza che, badate bene, non è pigrizia ma la condizione per assimilare più sfumature possibili.” Lo scrivevo qualche mese fa nell’articolo di apertura di questo blog e, insieme ad amici motociclisti, lo mettiamo spesso in pratica.
Domenica scorsa, in eterogeneo gruppo di sei, partiamo alla volta di Rocca San Felice, in provincia di Avellino, terra di grandi vini, Aglianico, Greco di Tufo, Fiano e di altrettanto validi formaggi come il Carmasciano.
Il seguire le strade tra le verdi colline di un territorio martoriato dai terremoti con un terreno grasso, ricco di nutrimento per vigne ed allevamenti, e l’arrivo in questo paese mirabilmente ricostruito ci fanno ammirare la forza di queste genti legate alla terra ed alle tradizioni.
In piazzetta ci accoglie un tiglio secolare piantato nel 1799 nel breve periodo della repubblica partenopea, simbolo di conquistata libertà, e poco più su ci accoglie il Ristorante Museo La Ripa con l’amichevole e competente Antonio che con altri tre soci lo gestisce.
Per l’amore e la competenza con cui ci vengono spiegati i piatti proposti e le materie prime del territorio ci affidiamo al menù degustazione, che vi illustro di seguito.



Polpettina su pomodoro, tortino di verza con salsiccia rossa di Castelpoto Presidio Slow Food e carpaccio di vitellino con insalatina di spinaci e scaglie di Carmasciano.
Risotto al tartufo nero di Bagnoli Irpino e lardo di maialino nero casertano e paccheri con ragù di agnello alla maniera tradizionale pasta Cav. Cocco.
Pecorino di Carmasciano fresco, stagionato e caciocavallo podolico stagionato con miele e marmellate fatte in casa.



Per finire pasticcio di millefoglie con crema Chantilly e salsa ai frutti di bosco, torta di castagne al cioccolato e tortino di mele caldo con salsa allo Strega.
Accompagna il menù un buon Aglianico della casa.
Una cucina dalla grande cultura del territorio, dai sapori netti e di una leggerezza inaspettata nei condimenti e nelle cotture.
Vale il viaggio ed anche il ritorno, il prezzo non lo dico… non ci credereste!
Un pensiero riguardo “Sfumature di viaggio… a Rocca San Felice!”